LA LEGGENDA DELLA PIOGGIA DEL MONTE BRANCOT
Dal libro FANTAMONT di Dorino Bon.
Un vecchio e maestoso grifone volteggiava elegantemente tra
le magiche correnti d’aria al di sopra del fiume Tagliamento. Con le sue grandi
ali disegnava il cielo sopra il ponte di Braulins, mentre con la sua potente
vista cercava qualche carcassa di animale per sfamarsi. Il suo volteggiare
armonico, tra le musiche delle correnti venne improvvisamente interrotto da una
specie di lamento. Il grifone con lo sguardo andò a cercare l’origine di quello
strano lamento. Si guardò in giro attentamente, mentre continuava nel suo
elegante volteggio, e tra le nubi nere e grosse, proprio sopra la cima del
monte Brancot, che sovrastava il paese di Braulins, vide uno stuolo di piccoli
angeli. Lo strano lamento proveniva proprio da li. Il grifone invertì il
proprio volteggiare e con decisione si avvicinò alla cima del monte,
lasciandosi cullare dalle correnti. I lamenti provenivano proprio dagli angeli,
ma non si trattava di lamenti ma bensì di pianti a dirotto. Il grifone scese
lentamente volteggiando e si posò perfettamente ed elegantemente sulla cima del
monte a pochi centimetri da bastone di legno che indicava la cima del monte
Brancot, facendo sventolare lo straccio rosso annodato alla sua estremità. Dal
monte si poteva ammirare un bellissimo panorama sul paese di Braulins. Il
grifone alzò il suo sguardo verso lo stuolo di angeli che stavano sospesi nell’aria
ad un metro circa dalla cima.
“cosa vi è successo? Perché state piangendo?”,
chiese il grifone guardando gli angeli che continuavano a
piangere incessantemente.
“Ci dispiace averti creato preoccupazione, ma ogni volta che
le nuvole diventano grosse e scure inspiegabilmente iniziamo a piangere a
dirotto, ma siamo ancora più tristi perché le nostre lacrime si trasformano successivamente in pioggia che
poi cadrà su Braulins e gli abitanti saranno tristi”.
Gli rispose un angioletto uscito dallo stuolo .
Il cielo su Braulins diventava sempre più scuro e la luce
diminuiva sempre di più. Poco distante dalla cima del monte Brancot uno stormo
di rondini effettuava spensieratamente un infinità di evoluzioni acrobatiche ad
alta velocità, sfiorando i prati del monte Brancot.Saranno state almeno cento
rondini e il loro schiamazzare si sentiva fino in paese.
“Ma quello non è il grifone?” chiese la rondine anziana al
suo assistente.
“Si è proprio lui. Ma cosa vuole fare agli angeli? Vuol fare
il duro anche con loro?!”.
La rondine anziana
non rispose alla domanda del suo assistente e piegò bruscamente a destra verso
la cima del monte.
“Andiamo a vedere cosa sta accadendo, non vorrei che
succedesse qualche cosa di brutto a quei poveri angioletti.” , disse
preoccupata l’anziana rondine.
Virò verso destra e in picchiata chiudendo le ali, si
diresse verso la cima del monte Brancot, seguita dallo stormo.
Intanto sulla cima gli angeli continuavano a piangere a
dirotto e il grifone li fissava con aria triste, senza dire nulla . “Cosa posso
fare io per voi? Vedervi piangere mi fa star male”, disse con aria triste
l’anziano rapace, rivolgendosi agli angioletti.
“Non puoi fare nulla,
questo è quello che ci accade da sempre ogni volta che vediamo questi brutti e
grossi nuvoloni scuri. Succede sempre così e tutte le nostre lacrime diventano
pioggia. Purtroppo noi piangeremo fino a quando il cielo non ritornerà blu e il
sole risplenderà. Solo allora noi saremo felici e torneremo a sorridere.”,
rispose un angiloletto uscito dallo stuolo.
Intanto la rondine anziana, con a fianco il suo assistente,
si dirigeva a tutta velocità verso la cima del monte mentre davanti ai suoi
occhi vedeva distintamente il grifone e gli angioletti.
“Che cosa intendete fare?”. Chiese l’assistente urlando per
farsi capire dalla rondine anziana.
“nulla. Voglio solamente sincerarmi che tutto stia andando
bene”, rispose la rondine anziana e con tono perentorio ordinò: “Ora seguitemi!”
Mancavano pochi metri alla cima del monte Brancot e sotto di
lei c’era il grifone, mentre circa un metro sopra, sospesi nell’aria c’erano
gli angeli che continuavano a piangere. La rondine anziana chiuse ancora più le
ali e passò tra il grifone e gli angeli, sfiorando ad alta velocità la testa
del grifone, seguita da tutto lo stormo di rondini che si comportarono in egual
modo. Il grifone non fece una piega, rimase indifferente, continuando a fissare
con lo sguardo triste, gli angeli sospesi nell’aria sopra di lui che
continuavano a piangere. La rondine anziana continuò la sua picchiata verso il
paese di Braulins, virando a sinistra, poi risalì bruscamente prendendo quota
sopra la cima del monte.
Mentre risaliva girò il capo verso il suo assistente e
guardandolo con gli occhi semichiusi a causa della velocità, gli disse:”A me
sembra che sia tutto a posto”.
“A me invece sembrava che il vecchio grifone volesse
mangiarsi uno di quei piccoli e indifesi angioletti”, rispose l’assistente con
tono convinto e serioso. Arrivarono molto alti sopra la cima del monte. La
rondine anziana virò diverse volte e quindi scese nuovamente in picchiata verso
il grifone e gli angeli, seguita perfettamente dallo stormo.
“Vai pure. No ti preoccupare per noi. Sei stato molto
gentile.”, disse il piccolo angelo rivolgendosi al vecchio grifone. Il grifone
abbassò lo sguardo triste e girò il capo verso il paese. Ormai la luce era
stata sostituita dal colore scuro dei nuvolosi che si ingrossavano sempre di
più.
“Ma io non voglio vedervi piangere. Devo fare qualche
cosa!”,disse il grifone rigirandosi nuovamente verso l’angelo portavoce.
“Ti ripeto: non ti preoccupare. Questa è la natura. Tra poco
le nostre lacrime toccheranno la terra di Braulins e si trasformeranno in
pioggia”, disse l’angelo avvicinandosi al vecchio grifone. Intanto la rondine
anziana che stava volando, si girò verso il suo assistente e con tono deciso
gli ordinò:”Voi virate e tenetevi alti. Io vado a sentire gli angeli.”
“non potete andare da solo. Il grifone vi assalirà”, tuonò
seccato il suo assistente.
“Non vi preoccupate. So quello che faccio! Allontanatevi!”,
esclamò la rondine anziana. L’assistente seppur controvoglia obbedì e porto
dietro a se lo stormo salendo e virando a destra nel cielo buio, mentre con lo
sguardo continuava a seguire la rondine anziana. Pochi istanti e la rondine si
trovò sopra lo stuolo di angeli rimanendo sospesa nell’aria. Si rivolse ad un
angelo e gli chiese: “Cosa sta succedendo?......... Cosa vuole il vecchio
grifone?....avete bisogno di aiuto?”. L’angelo continuando a piangere guardò
con stupore la rondine e le rispose: “Non vi preoccupate. Il vecchio grifone è
solo preoccupato per il nostro pianto e sta male per questo.”
“Ma sei sicuro che il grifone non vi ha fatto nulla? E’ vero
ciò che mi dici?”, chiese la rondine anziana.”
“Siiiiiii!!! Il grifone è solo preoccupato per il nostro
pianto!!”, rispose l’angelo.
Il grifone continuava
a soffrire sentendo il lamento degli angeli. Continuava a girare nervosamente
il capo saltellando e gurdando nervosamente verso gli angeli e verso il paese.
“Ma siete sicuri di non aver bisogno d’aiuto.?!”, chiese
nuovamente la rondine all’angelo.
“Noooooo!!!!ma come ve lo devo dire?!!!! Il grifone è stato
molto gentile. Voleva solo aiutarci!!”, rispose l’angelo un po’ indispettito.
La rondine salutò l’angelo, con lo sguardo di chi è titubante, quasi a voler
far capire allo stesso di non creder a ciò che gli aveva detto , riprese quota
velocemente, dirigendosi verso lo stormo che la stava attendendo , con a capo
il suo assistente. Il grifone si diede una piccola spinta verso il vuoto in
direzione del paese, aprì le sue grandi ali e iniziò a farsi cullare dalle
correnti, ma mentre virava vicino alla cima guardando gli angeli, tra l’erba
qualche cosa attirò la sua attenzione. Virò
repentinamente a sinistra e si abbassò velocemente verso il sentiero che
portava alla cima del monte Brancot. Rimase per qualche istante immobile a
fissare un qualche cosa sul punto in cui si era appoggiato.
“E’ fantastico!!!”, urlò euforico il grifone, guardando una
genziana che sbucava da una roccia proprio nella parte sommitale del sentiero.
Alcune lacrime cadute dagli occhi degli angeli, casualmente avevano centrato
l’interno della genziana (il piccolo contenitore), provocando una piccolissima
nube color blu, uguale al colore della genziana, e la stessa nube saliva
lentamente verso il cielo. Il grifone rimase come paralizzato nel vedere quello
spettacolo.
La rondine anziana contenta di aver accertato che gli angeli
stavano bene e non avevano bisogno di aiuto, stava volando tranquillamente e
mentre volava continuava a pensare al comportamento del vecchio grifone. La
rondine era rimasta sorpresa dal fatto che un rapace rude come il grifone
potesse essere così sensibile. Ed è proprio mentre pensava che la sua
attenzione venne attirata dal comportamento del suo assistente che la stava
attendendo con lo stormo a qualche centinaio di metri in linea d’aria da lui.
Il suo assistente cercava di fargli capire qualche cosa
agitandosi e gridando, ma la rondine anziana non riusciva a sentirlo.
La rondine anziana era preoccupata dal suo comportamento e
non riuscendo a sentire quello che voleva dirle decise di risalire in quota e
scendere in picchiata per raggiungere prima il suo assistente. Volò quindi
verso l’alto e raggiunta la quota desiderata, puntò con lo sguardo il suo
assistente che stava ancora agitandosi e gridando. Chiuse a se le ali e si
diresse in picchiata verso di lui ad una velocità fortissima che quasi costringeva
a tenere chiusi i suoi piccoli occhi. Dall’altra parte anche l’assistente aveva
deciso di fare altrettanto. Le due rondini si stavano raggiungendo in picchiata
volando una verso l’altra. Mancavano pochi metri a che le due si incontrassero
e la rondine anziana intuiva che l’assistente stava disperatamente cercando di
dirle qualche cosa, ma la velocità eccessiva e il rumore del vento non le
permettevano di capire cosa stesse dicendo.
Passarono una a pochi centimetri dall’altra, quasi
sfiorandosi.
“Attentaaaa!!!!! Si giriiiiii!!!!”, le gridò l’assistente,
virando a sinistra dopo aver sfiorato la rondine anziana. La rondine anziana
istintivamente virò sulla sua sinistra e salì rigirandosi all’indietro ed è
proprio in quel momento che si vide quasi addosso l’anziano grifone che la
stava inseguendo. Gli si gelò il sangue, ma continuò ugualmente il suo volo
scendendo in picchiata verso la sottostante cima del monte Brancot.
“fermati,fermati!!! Aiutami ti prego!!!”, le gridò il
grifone. La rondine a quel punto rallentò e per la seconda volta in pochi
attimi, si stupì del comportamento del grifone, lasciandosi raggiungere dallo
stesso.
“mi devi aiutare…..ho bisogno del tuo aiuto e di quello del
tuo stormo. Voi siete velocissime e assieme potremmo aiutare gli angioletti”,
le disse tutto trafelato il grifone, affiancandola mentre continuava ascendere
verso la cima del monte.
“Non ti capisco. Cosa vorresti fare?”. Esclamò la rondine
schivando il battito delle ali del vecchio grifone.
“Non voglio veder piangere quei poveri angioletti. Vederli
così mi fa star male.”, le rispose il grifone.
“E cosa intendi fare? Lo sai che per loro ogni volta che i
nuvolosi diventano grossi e scuri è una pena. Lo sai che non puoi fare niente.”
“lasciami tentare!”, le rispose in grifone con lo sguardo
compassionevole.
“va bene. Dimmi che vuoi fare”,esclamo l’anziana rondine.
“seguimi ti voglio far vedere una cosa”, le disse il grifone
con un’aria divenuta improvvisamente felice, mentre aumentava la corsa verso la
cima del monte.
Il grifone si appoggio dolcemente sul punto dove aveva visto
la genziana. Ed attese un istante l’arrivo della rondine. Dalla genziana ogni
qualvolta che una lacrima degli angioletti centrava la sua cavità, usciva una
meravigliosa nube di colore blu e lentamente saliva verso il cielo.
“Ecco cosa voglio fare. La vedi quella nuvoletta?”, chiese
il grifone rivolgendosi alla rondine indicandogli la piccola nuvoletta colorata
che usciva dalla genziana e stava lentamente salendo verso il cielo.
“Si.”, rispose la rondine rimasta quasi senza parole
nell’assistere a tale spettacolo della natura.
“Solo voi con la vostra velocità potrete aiutarmi.”, disse
ancora una volta il grifone rivolgendosi con aria compassionevole verso la
rondine.
“D’accordo. Dimmi cosa vorresti fare.”.
“Vorrei che voi intercettaste le lacrime che stanno per
cadere a terra in paese e le portaste sopra la genziana affinché cadano e nella
sua cavità sprigionando quella nube magica di colore.”
“Ci puoi contare!”. Le disse la rondine e dandosi un piccolo
slancio si alzò in aria prendendo quota velocemente. Una volta arrivata molto
in alto, quasi che il grifone no la vedeva più, scese in picchiata verso lo
stormo che la stava attendendo assieme al suo assistente. Pochi istanti e la
rondine arrivò vicino allo stormo. Impartì degli ordini e assieme allo stormo
si getto in picchiata verso il paese di Braulins. Lo stormo iniziò a volare
bassissimo per le strade di Braulins, quasi a sfiorare terra intercettando
un’infinità di lacrime e portandole sopra la genziana in continuazione. Ogni
due minuti lo stormo scendeva sulle strade , intercettava le lacrime e le
riportava velocemente sulla genziana rilasciandole proprio sopra la cavità
interna della stessa. Le nuvolette di colore blu si addensavano sempre di più e
salivano nel cielo. In poco tempo le rondini portarono una quantità immensa di
lacrime e le rovesciarono sulla genziana. Le nuvolette erano diventate grandi
nubi di colore blu ed in pochissimo tempo erano salite in cielo colorandolo di
un magnifico colore blu. Solo poche lacrime avevano toccato la terra ed erano
diventate pioggia. Come d’incanto anche il sole era ritornato a splendere ed
emanava una luce fantastica. “bello…..bello…..bello…”, continuava a ripetere il
grifone, mentre dal monte Brancot ammirava il fantastico spettacolo che lo
circondava.
“Hai fatto un bellissimo lavoro. Grazie!”
Commentò guardando la rondine che nel frattempo si era
andata posare – stanca e stremata- a
fianco al grifone sul bastone di legno che indicava la cima, circondata dalle
altre rondini.
“E’ proprio un
bellissimo spettacolo”, disse la rondine quasi inebetita, mentre ammirava il
cielo e la luce la circondavano.
Il grifone alzò quindi gli occhi e guardò gli angeli che avevano
smesso di piangere e stavano sorridendo commentando anche loro lo spettacolo
che li circondava. Il grifone contento e senza dire nemmeno una parola li stava
osservando. Il grifone alternava lo sguardo, guardando un po’ gli angeli e un
po’ il paese di Braulins. Un l’angioletto, dopo aver parlottato con gli altri
angeli, si staccò dallo stuolo e si abbassò fino ad arrivare a pochi centimetri
dal viso del grifone. I due si guardarono per un istante e l’angioletto regalò
una tenera carezza al grifone e si allontanò verso lo stuolo degli angeli che
lo stavano aspettando, inseguito dallo sguardo sorpreso del grifone e delle
rondini. Ogni parola era superflua. Dopo pochi istanti dagli occhi teneri del
grifone nacquero due splendenti e luccicanti lacrime che solcarono il viso del
grifone. La rondine anziana improvvisamente si alzò in volo seguita
repentinamente dallo stormo e prima che le due lacrime toccassero terra,
proprio a pochi millimetri dalla stessa, con una serie di acrobazie le
raccolsero e le portarono sopra la genziana, rovesciandole sopra la sua cavità.
In pochi istanti nel cielo blu reso fantastico da una luce magica apparve un
enorme arcobaleno disegnato con dei colori stupendi. Da quel giorno le rondini,
ogni volta che i nuvoloni diventano grossi e neri, iniziano il loro frenetico
lavoro volando basse sulle strade quasi a toccare terra, intercettando le
piccole e invisibili lacrime degli angeli riportando il sereno.
Monte Brancot mt.1015
(Da Braulins)
Martedì 2 maggio 2006.
Testo e immagini :Dorino Bon.
PUNTO DI PARTENZA: Dalla via Castello di Braulins. (in fondo)
COME CI SI ARRIVA:S.S. nr.13
direzione Gemona del Friuli. Arrivati in località
Campagnola al semaforo si gira a sinistra .Dopo alcuni minuti, la strada curva
bruscamente a destra . Si oltrepassa il Ponte di Braulins e si entra nel paese. Da qui si
raggiunge la piazza della Chiesa . Con la Biblioteca sulla nostra destra si
prosegue e si gira alla terza via a sinistra (via Castello). Si va fino in
fondo alla stessa dove troveremo un parcheggio e due fontane. Sul Posto ci sono
le indicazioni del SENTIERO BRANCOT (sentiero c.a.i. nr.837).
CARTA TOPOGRAFICA NECESSARIA:Carta Topografica
“TABACCO” per escursionisti nr.20 1:25.000 Prealpi Carniche
e Giulie del Gemonese.
PARCHEGGIO PER AUTO: si.
SENTIERI: Sentiero c.a.i. nr.837
DISLIVELLO: mt.815
TEMPO IMPIEGATO: ore 2
TELEFONI UTILI: /
DIFFICOLTA’: E
(Racconto dal libro FANTAMONT di Dorino Bon)
Descrizione dell’escursione.
Ore 08.10. Ed eccomi qua a Braulins.
Ogni escursione diventa sempre più bella ed attesa. Forse è proprio questa
attesa a farmi amare questi momenti preziosi. Pochi minuti e sono già pronto.
Zaino in spalla e scarponi ai piedi non mi resta che salire questi storici
gradini in pietra che danno inizio al SENTIERO DEL MONTE BRANCOT (sentiero c.a.i. nr.837).
Dopo alcuni minuti di cammino trovo le prime indicazioni (in ferro battuto
rosso) che indicano la direzione da prendere per raggiungere il monteBrancot e per
la chiesetta di san Michele. Sulla sinistra di queste indicazioni è posta anche
la vecchia segnalazione del sentiero c.a.i. nr.837, dove è posto un cartello di divieto di transito e
l’avvertimento che sul quel vecchio sentiero c’è il pericolo di frane. Quindi
proseguo in direzione della Chiesa di San Michele, lasciando sulla sinistra il
vecchio sentiero. Per chi volesse riempire la boraccia , prima di continuare,
subito all’inizio del vecchio sentiero, c’è una vecchia fonte. (Una volta fatto
rifornimento di acqua ritornare sul sentiero che porta alla chiesa). Pochi
minuti ancora di camino e troviamo il secondo cartello con le indicazioni per
la chiesa. Invece di proseguire verso la chiesa a sinistra( Ci andrò
successivamente) continuo dritto sull’evidente traccia di sentiero. Dopo 15
minuti di cammino tra fantastici panorami che sbucano dalle fronde degli
alberi, accompagnato dalla fantastica colonna sonora suonata da una miriade di
uccellini, arrivo all’ennesimo segnale, questa volta in legno,che indica la
direzione da prendere per raggiungere il monte Brancot ( e sono già le 08.35).
Ore 08.45. Arrivo, sempre camminando in mezzo al
bosco, fra piante di castagno, fragoline di bosco e pungitopo, all’icona di una
bellissima Madonnina che mi accompagnerà per tutta l’escursione. Pochi metri e
i segnali mi indicano di girare a destra. Sul sentiero trovo in continuazione
chiare indicazioni per il monte Brancot. I panorami si susseguono invogliandomi a scattare
immagini in continuazione. Ogni escursione diventa sempre più bella. Dimentico
il tempo e tutto quello che di brutto ho lasciato a “terra”. Ogni istante di
“volo” diventa prezioso e mi fa dimenticare quello che è il nulla. Cammino tra
le carezze del vento assaporando l’immensa gioia di avanzare nel prezioso
silenzio della montagna. Passo dietro passo eccomi davanti al colore forte e
fantastico della prima Genziana della stagione.
Ore 10.05. Sono arrivato sul monte Brancot.
360° di felicità tra Grifoni e un’infinità di rondini che volano tra panorami
appaganti. Una birretta ed
un panino ed anche queste emozioni vanno a scolpire il fantastico libro della
mia vita, dedicato a queste fantastiche Montagne.
Un po’ di Storia.
La Chiesetta di San Michele.
“L’edificio risale probabilmente al XIII secolo
ma, secondo la tradizione locale, la chiesetta sorge sul luogo di un tempio
pagano di epoca longobarda. Dopo un lungo periodo di abbandono venne
ripristinata nel 1929, in memoria dei caduti della Prima Guerra Mondiale.
L’aula trapezoidale è parzialmente incassata nella roccia. L’edificio risulta
quindi privo di facciata. Sono visibili l’absidiola semicircolare e la monofora campanaria
posta sopra lo spiovente meridionale della parete di fondo. Sulle pareti
laterali si aprono le due entrate.
All’interno si conservano due affreschi: nel
catino dell’abside vi è raffigurata una Trinità risalente alla fine del XVI
secolo e opera di un pittore modesto appartenente alla cerchia di Giulio Urbano
pittore di San Daniele operante nella econda metà
del cinquecento. Sulla parete orientale, a fianco dell’abside, vi è un affresco
raffigurante l’Arcangelo Michele dal volto giovanile che regge la bilancia del
giudizio con due anime. La pittura , dai modi bizantineggianti e
dall’iconografia piuttosto insolita in Friuli, risale alla fine del XIII secolo.
IL Castello di Bragolino.
Il Castello detto di Bragolino sorgeva presso la chiesetta di san Michele dei
pagani. Il complesso era sorto sulle strutture di un preesistente insediamento
fortificatotardoantico-altomedioevale, documentato da
alcuni resti e dalla chiesetta che porta una titolazione tipicamente
longobarda. La postazione sopra il colle di Braulinscontrollava la strada che da Braulins,
passando per Trasaghis e Alesso, raggiungeva i fortilizi di gavazzo e della carnia.
Il castello è documentato dal 1254, ne era
feudatario il Boulonis o Buvulinum, da cui deriva il nome Bragolino trasformato poi in Braulins,
imparentato ai nobili di Aviano e
fedele al patriarca. Il figlio leonardo sposò Scamera di osoppo e poi Clarina,
figlia di Ermanno di Illegio. Nel 1307 Almerico e Giovanni di Bragolino si schierarono con i conti di Gorizia
e nel 1321 finirono uccisi da sicari patriarcali estinguendo il csato. Il
castello divenne proprietà di Corrado di Liajo di Carnia e poi di Enrico di Maul diTraburg e dei conti di Gorizia. Nel 1336 il
patriarca Bertrando, occupato il maniero, ne ordinò la completa distruzione.
Al castello si accede tramite l’antica scaletta
scavata nella roccia che conduce ad un edificio diroccato, di destinazione
sconosciuta, a pianta rettangolare , ove sono visibili una porta d’ingresso e
alcune aperture sulle pareti. Lungo il sentiero verso la chiesetta di San
Michele dei Pagani, vi sono resti di muri e di una soglia, forse pertinente ad
una torre-porta, vi si intravedono anche terrazzamenti e bastionaturesparsi
nel bosco.”
L’ELENCO DELLE CARTINE TOPOGRAFICHE
“TABACCO” DEL FRIULI VENEZIA GIULIA. (per escursionisti scala 1:25.000)
01 Sappada-S.Stefano-Forni Avoltri
02 Forni di Sopra-Ampezzo-Sauris-Alta Val
Tagliamento
09 Alpi Carniche-Carnia centrale
13 Prealpi Carniche-Val Tagliamento
18 Alpi Carniche Orientali-Canal del ferro
19 Alpi Giulie Occidentali-Tarvisiano
20 Prealpi Carniche e Giulie del Gemonese
21 Dolomiti di Sinistra Piave
26 Prealpi Giulie-Valli del Torre
27 Canin-Valli di Resia e Raccolana
28 Val Tramontina-Val Cosa-Val D’Arzino
41 Valli del Natisone-Cividale del Friuli
47 Carso Triestino e Isontino.
Grazie per aver
visitato questo umile sito sulla nostra montagna.
Questo non è un sito
costruito con “mega” effetti speciali o fantastiche
grafiche, ma è creato con tanta umiltà, passione e cuore. Il mio sogno è quello
di pubblicare tutte le descrizioni e immagini delle escursioni della nostra
Montagna, descrivendo tutti i sentieri che l’ attraversano.
Dorino Bon.
Complimentandoci per la leggenda e per la precisione della descrizione dell'escursione, segnaliamo che l'articolo è stato riproposto anche sul Blog "Alesso e Dintorni" nella rubrica "Val del lago sul Web", che raccoglie i materiali maggiormente significativi usciti sulla Rete a proposito dei Comuni di Bordano, Cavazzo e Trasaghis.
RispondiEliminaMandi
http://cjalcor.blogspot.it/2013/06/val-del-lago-sul-web-unescursione-sul.html
Grazie Mille! Buona Montagna e Felice Vita da Dorino
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