CANTIERI
D’ALTA QUOTA
I
RIFUGI ALPINI DALLE ORIGINI A OGGI.
PRESENTAZIONE:
“Cantieri
d’alta quota: i rifugi alpini ieri, oggi e domani.
Quanti
sono i rifugi e bivacchi delle Alpi?
Quali
sono le loro storie?
Qual
è la loro distribuzione geografica nel tempo?
Come
e da chi venivano costruiti nel passato e che cosa è cambiato nel tempo, fino a
oggi?
Che
cosa ci attenderà nel futuro?
Come
le loro vicissitudini si sono intrecciate con la storia dell’alpinismo?
Qual
è il ruolo giocato da chi li ha presi in gestione?
Queste
sono solo le principali domande che sottendono il progetto “Cantieri d’alta
quota”, avviato nel 2011 per raccogliere, organizzare e interpretare
informazioni storiche, edilizie, progettuali, geografiche, socio-economiche
sulla realtà dei punti d’appoggio in alta montagna, luoghi ambientalmente
“estremi” per eccellenza.
La
storia dei rifugi è infatti nota solo in maniera episodica e frammentaria,
priva di quadri di lettura unitari che comprendano l’intero arco alpino
settentrionale e meridionale, secondo uno sguardo necessariamente
trans-nazionale. “Cantieri d’alta quota” vuole dunque porsi come osservatorio,
piattaforma d’interscambio per tutti coloro che operano in montagna, così come
per coloro che la frequentano.
Il
lavoro di ricerca e divulgazione dovrebbe consentire l’elaborazione di buone
pratiche e linee guida d’intervento nella progettazione, manutenzione e
gestione dei rifugi, nonché la definizione di percorsi tematici a uso di
escursionisti e alpinisti.
Per
fare ciò s’intende coinvolgere:
club
alpini nazionali, altri sodalizi alpinistici (ad es.: società delle guide
alpine) e ulteriori soggetti proprietari o committenti di rifugi
enti
territoriali locali (regioni, province, comuni, comunità montane, parchi
nazionali ecc.)
comunità
locali (soprattutto attingendo alla storia orale come fonte primaria
d’informazione)
agenzie
di promozione turistica e territoriale
dipartimenti
universitari, realtà museali e altri centri studi interessati al tema
aziende
operanti nel settore alpinistico e sensibili al tema
I
primi passi sono stati mossi con la costituzione di questo sito web e la
pubblicazione di un libro che, sul mercato editoriale così come attraverso il
folto calendario di presentazioni, sta riscuotendo un buon interesse di
pubblico e critica. Ora stiamo lavorando all’organizzazione di mostre e convegni
ARRIVA
L’ASSOCIAZIONE. PARTE LA MOSTRA ITINERANTE
Cari
amici, siamo lieti di annunciarvi che, davanti al notaio, mercoledì 9 maggio si
è costituita l’Associazione senza scopo di lucro, le cui finalità, a molti di
voi già note, sono riportate nello Statuto. A dunque meno di sei mesi dalla
pubblicazione del libro sono stati mossi molti passi, e ora si apre una nuova
fase operativa, con l’avvio della raccolta informazioni sulla storia e la vita
dei rifugi alpini. Per l’iscrizione vi chiediamo un contributo minimo di 10
euro (le cui modalità di versamento verranno comunicate al più presto e
pubblicate sul nostro sito), che permette di sostenere il nostro impegno e vi
dà diritto ad acquistare copie del libro con lo sconto del 40%, nonché fruire
di sconti per alcuni originali articoli auto prodotti che intendiamo rendere
presto disponibili nel nostro market shop. I soci potranno inoltre contribuire
alla costituzione dell’archivio informativo sui rifugi. Dato che alcuni di voi
hanno già spontaneamente manifestato l’interesse a collaborare, una volta
associati vi preghiamo di farci presente la vostra disponibilità indicando
l’area geografica di pertinenza/interesse in modo che, secondo modalità di
ricerca che stabiliremo e vi sottoporremo, si possa avviare il censimento.
Ci
teniamo a ringraziarvi tutti per l’appoggio e l’attenzione dimostrati finora, e
un particolare grazie va a Enrico Camanni, Pietro Crivellaro, Marcello Lubian e
Guido Vindrola, nominati soci onorari, mentre soci sostenitori sono la
Fondazione Courmayeur e l’Accademia della Montagna del Trentino.
La
prima azione concreta dell’Associazione è l’organizzazione di una grande mostra
itinerante che, dal 29 giugno al 25 luglio, è ospitata nella splendida cornice
del quattrocentesco Portico del Lippomano, nel cuore del centro storico di
Udine. Una sequenza di 34 grandi teli presenta, attraverso immagini (d’epoca e
attuali) di particolare impatto, una trentina di rifugi di ieri e di oggi,
insieme ad alcune figure di progettisti emblematici in Italia, Svizzera e
Francia. La mostra è stata realizzata in collaborazione con l’Associazione
Arte&Architettura, con il Museo nazionale della Montagna Cai Torino e la
Biblioteca nazionale del Club Alpino Italiano, con il Comune di Udine e i
Civici Musei di Udine. È stata inoltre resa possibile grazie ai contributi
dell’Ordine degli architetti di Udine, del Club Alpino Svizzero, dell’Accademia
della Montagna del Trentino e della Fondazione Courmayeur, mentre gode del
patrocinio del Club Alpino Italiano e della Società Alpina Friulana.
Anche
oltre confine l’interesse per il tema è vivo; a Lugano, in occasione della
presentazione del libro il 24 aprile presso la sezione ticinese del CAS, la
radio nazionale svizzera ci ha intervistati in diretta.
Come
sempre, sono graditi suggerimenti e osservazioni varie per tentare di meglio
concretizzare le nostre aspirazioni.
Un
cordiale saluto a tutti e buona estate in montagna!
I
soci fondatori
Luca
Gibello – Presidente
Roberto
Dini – Vice-Presidente
Giorgio
Masserano – Tesoriere, segretario
Maria
Carola Saccoletto
I
Commenti sono chiusi
Bivacchi
al centro dell’attenzione: tra patrimonio a rischio e nuove proposte
sperimentali
Seppur
in forma embrionale, “Cantieri d’alta quota” sta pian piano diventando quello
che auspicavamo fosse: non solo un libro ma una libera piattaforma di scambio
d’informazioni, conoscenze e idee tra tutti gli appassionati di montagna
interessati al tema della storia e dell’attualità della costruzione dei rifugi
alpini.
Il
tema della nuova Newsletter sul quale desideriamo soffermarci è quello dei
bivacchi, visto da due prospettive opposte: quella della tutela e quella del
progetto. Leggi il resto di questo articolo »
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Se
il buongiorno si vede dal mattino
Il
progetto “Cantieri d’alta quota” ha mosso i suoi primi passi con le prime tre
presentazioni del libro omonimo a Torino (Museo nazionale della Montagna, 22
novembre), Biella (circolo “Il Commerciale”, 1 dicembre) e Ivrea (CAI, 2
dicembre). Buoni i riscontri di pubblico e critica, a dimostrazione che il tema
della storia e dell’attualità della costruzione dei rifugi interessa
trasversalmente sia gli appassionati della montagna sia gli addetti ai lavori.
Vivaci, infatti, sono stati i dibattiti seguiti alle comunicazioni ufficiali.
Su
tutti, è prevalso il leit motiv della “modernità” degli interventi recenti nel
loro rapporto, cercato o negato, con il contesto ambientale. Come il progetto
può esprimere l’”essere del proprio tempo” senza negare il tradizionale ruolo
di protezione che deve svolgere il rifugio? La baita è ancora un modello o è
sempre stato un modello frainteso, perchè riferito a un ambiente che non è
quello estremo dell’alta quota? Il mimetismo con la natura è una soluzione? Le
nuove opere sono troppo costose? Principali “pietre dello scandalo”, il nuovo
bivacco Gervasutti alle Grandes Jorasses (che ha saputo “bucare lo schermo” dei
dibattiti riguardanti ristrette cerchie per raggiungere un pubblico allargato
anche ai non esperti), seguito dalla nuova Monterosahütte e dai nuovi rifugi
Gonella e Goûter.
Ma
sono emerse anche altre sollecitazioni, che vanno nella direzione da noi
auspicata di raccogliere informazioni, documenti e memorie inerenti la storia
dei rifugi. Ad esempio, Irene Affentranger a Torino ha raccontato un aneddoto
sulle divisioni di proprietà dei rifugi a seguito delle ridefinizioni dei
confini nazionali dopo la Prima guerra mondiale. Mentre a Ivrea si è presentato
il figlio di un artigiano, scomparso pochi giorni prima all’età di cento anni e
detentore del brevetto Apollonio per la costruzione del noto bivacco a 9 posti.
O ancora, sempre a Ivrea, il padre di Elena, in memoria della quale
sull’Aconcagua è stato costruito due anni fa il rifugio più alto del pianeta
che, durante le avverse condizioni meteo che sono invece a lei state fatali, ha
già salvato 7 vite nei 3 mesi della stagione alpinistica.
Le
presentazioni del libro proseguono: a Oulx (6 gennaio), nuovamente a Torino
(Circolo dei lettori, 23 gennaio, ore 18), a Bardonecchia (palazzo delle feste,
4 febbraio, ore 21).
E,
a riprova dell’interesse per il tema, vi anticipiamo che la Rivista del CAI
pubblicherà, nel numero di febbraio, un nostro contributo sulla storia dei
rifugi, corredato da una ricca selezione d’immagini.
Intanto,
v’invitiamo a diffondere la newsletter presso tutti gli appassionati e a
scriverci: pubblicheremo le vostre lettere al fine di aprire un dibattito
costruttivo.
Per
il momento, cogliamo l’occasione per augurarvi un 2012 ricco di serenità e di
soddisfazioni montane e alpinistiche… con escursioni nei rifugi, ovviamente!
Il
team di “Cantieri d’alta quota”
Luca
Gibello, Roberto Dini, Giorgio Masserano””
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