MARATONA
DELLE DOLOMITI
1.07.2012
ALTA
BADIA
"Saluto
del presidente del Comitato Organizzatore
RE
DI TE STESSO
Ricordo
una delle prime Maratone, credo l’edizione 1998. La premiazione la facevamo nel
tendone, a Pedraces. Salgo sulla sedia, prendo in mano il microfono.
Non
funziona. Il microfono non funzionava! Ero basito. Guardo Claudio Canins alla
mia destra. “Meno male che c’è Claudio”, penso. Il superdirettore trova sempre
una soluzione: con le sue buone maniere, pacato e gentile, riesce a districare
anche le situazioni più complesse. “Pensaci tu”, gli comunico con il mio
sguardo. E lui cosa fa? Mi guarda, sconsolato più di me, allarga le braccia.
Timoroso mi rivolgo ai ciclisti, in attesa davanti a noi, disegno sul mio volto
un sorriso forzato: “Scusate, sorry”. Non ricordo come sia andata a finire
quella speciedi premiazione, ma ricordo il giovanotto sessantenne che si avvicinò
e, con un pacca sulle spalle, sorridendo mi disse: “Grazie. Fantastica
giornata”. Ero sconfortato, triste, abbacchiato, non riuscivo a farmi una
ragione di quell’inconveniente. Ma quel signore mi aveva fatto un dono
prezioso.
Sono
episodi come questo, assieme allo scorrere delle stagioni, che mi hanno
insegnato a sorridere. A sorridere più spesso e di più. Il tempo che passa mi
aiuta a saper relativizzare tutto. Tutta la vita, in fondo, è fatta di
priorità. Cerco di non arrabbiarmi più. A volte faccio fatica a trovare un
sorriso ma, guardandomi attorno, lo avverto. Guardo i giovani, li vedo belli. E
penso che cresceranno con più spiritualità di noi, con un’etica che la mia
generazione non ha saputo interiorizzare come valore. Accetto le cose così come
sono perché, evidentemente, diverse non possono essere.
La
vita insegna e io ho imparato a sorridere alla primavera. Sorrido quando sogno
i novemila su per i passi con le loro biciclette, sudati e colorati, stremati
ma felici. Per noi della Maratona è un momento di festa, un momento che aspetto
con ansia, timore e gioia. Sorrido all’amore (e chi non lo farebbe?) e sorrido
all’armonia. Sorrido leggendo una poesia di Emily Dickinson, sorrido quando
ascolto Frank Zappa.
E
sorrido anche perché, con le nostre azioni, forse siamo riusciti a
sensibilizzare parte dei nostri ospiti, i nostri concorrenti, i nostri
sostenitori, chi segue la nostra gara sui media e sogna di prendervi parte, in
un ambiente davvero incontaminato. Sorridiamo perché il raggiungimento delle
emissioni compensate non è un sogno, si può fare. Sorridiamo perché ci
crediamo, perché il pianeta a disposizione è uno, uno solo. Vista la situazione
ci sarebbe poco da ridere ma, pur pensando da pessimisti, bisogna agire da
ottimisti.
Ma,
soprattutto, sorrido agli scorbutici, a quelli che portano una maschera
funesta. Un sorriso ce l’hanno anche loro, magari nascosto. E chi, più di loro,
ha bisogno di un sorriso? Ognuno combatte l’ardua battaglia della sua vita, un
sorriso fa bene a tutti. Non abbiamo dimenticato la tragica scomparsa di Andrea
Pinarello, la sua morte non può essere cancellata dalla nostra memoria. Ma una
memoria positiva è vitale. Sì, è anche tempo di sorridere pensando a lui.
Andrea sarà lì, il primo luglio, a guardarci, a fare il tifo per ognuno di noi.
E noi sorrideremo, anche se quel microfono dovesse non funzionare. Chi sa
sorridere – scriveva William Shakespeare - è maestro della sua anima. Sorridere
non ha controindicazioni.
Buon
sorriso a tutti,"
Michil
Costa
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