CLUB ALPINO ITALIANO.
Sito ufficiale. Le sezioni, i rifugi, la storia e le attività del CAI.
Il
Club Alpino Italiano: un’associazione con una storia di oltre 140 anni
Costituito
il 23 ottobre 1863 a Torino - anche se si può affermare che la sua fondazione
ideale sia avvenuta il 12 agosto dello stesso anno, durante la celeberrima
salita al Monviso ad opera di Quintino Sella, Giovanni Barracco, Paolo e
Giacinto di Saint Robert - il Club Alpino Italiano è una libera associazione
nazionale che, come recita l’articolo 1 del suo Statuto, “ha per iscopo
l’alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza e lo studio delle
montagne, specialmente di quelle italiane, e la difesa del loro ambiente
naturale”.
L'effigie
di Quintino Sella, fondatore del CAI, esposta all'ingresso della Sede Centrale
del Club Alpino Italiano in via Petrella 19 a Milano
L’Associazione
è costituita da Soci riuniti liberamente in Sezioni, coordinate in
raggruppamenti regionali: a dicembre 2011 i Soci del CAI risultano essere
319.467, che partecipano alle attività di 496 Sezioni e 308 Sottosezioni
appartenenti a 21 gruppi regionali di cui 2 raggruppamenti provinciali
(Trentino e Alto Adige)
All’interno
dell’ordinamento italiano, la struttura centrale del Club Alpino Italiano si
configura come un Ente pubblico non economico, mentre tutte le sue strutture
periferiche (Sezioni, raggruppamenti regionali e provinciali) sono soggetti di
diritto privato.
In
particolare, in applicazione della legge 24 dicembre 1985, n. 776 relativa a
nuove disposizioni sul Club Alpino Italiano, l’Associazione provvede, a favore
sia dei propri Soci sia di altri e nell’ambito delle facoltà previste dallo
Statuto:
• alla diffusione della frequentazione della
montagna e all’organizzazione di iniziative alpinistiche, escursionistiche e
speleologiche, capillarmente diffuse sul territorio nazionale;
•
all’organizzazione ed alla gestione di corsi d’addestramento per le attività
alpinistiche, sci-alpinistiche, escursionistiche, speleologiche, naturalistiche
volti a promuovere una sicura frequentazione della montagna;
•
alla formazione di 23 diverse figure di titolati (istruttori, accompagnatori ed
operatori), necessarie allo svolgimento delle attività citate;
•
al tracciamento, alla realizzazione e alla manutenzione di sentieri, opere
alpine e attrezzature alpinistiche;
•
alla realizzazione, alla manutenzione ed alla gestione dei rifugi alpini e dei
bivacchi d’alta quota di proprietà del Club Alpino Italiano e delle singole
Sezioni – quantificati ad oggi in 774 strutture per un totale di 23.044 posti
letto - fissandone i criteri ed i mezzi;
•
all’organizzazione, tramite il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico
(CNSAS), struttura operativa del CAI, di idonee iniziative tecniche per la
vigilanza e la prevenzione degli infortuni nell’esercizio delle attività
alpinistiche, escursionistiche e speleologiche, per il soccorso degli
infortunati o dei pericolanti e per il recupero dei caduti;
•
alla promozione di attività scientifiche e didattiche per la conoscenza di ogni
aspetto dell’ambiente montano nonché di ogni iniziativa idonea alla protezione
ed alla valorizzazione dell’ambiente montano nazionale, anche attraverso
l’operato di organi tecnici nazionali e territoriali;
•
alla promozione di iniziative di formazione di tipo etico-culturale, di studi
dedicati alla diffusione della conoscenza dell’ambiente montano e delle sue
genti nei suoi molteplici aspetti, della fotografia e della cinematografia di
montagna, della conservazione della cultura alpina;
•
all’organizzazione ed alla gestione di corsi di preparazione professionale per
guida speleologica nonché di corsi di formazione professionale per esperti e
rilevatori del Servizio Valanghe Italiano (SVI).
L’entusiasmo
del grande apporto volontaristico che lo contraddistingue nel panorama
associazionistico italiano ha permesso di concretizzare nel tempo un ampio
ventaglio di realizzazioni a favore della montagna e dei suoi frequentatori quali
rifugi, bivacchi, sentieri, rimboschimenti, opere sociali.
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