giovedì 17 maggio 2012

L'ABITUDINE DI SCOMPARIRE.di Dorino Bon


ROMANZI IN POCHI CENTIMETRI.

L'ABITUDINE DI SCOMPARIRE

di Dorino Bon 

Roma. Autunno 1985. Una Volante della Polizia transita quasi a passo d’uomo nei pressi della Stazione Termini. Fuori tira un vento fastidioso e piove. All’interno tre “Sbirri”(Gli “Sbirri” sono quei Poliziotti che della Strada fanno la loro Vita) si dividono il turno quasi ultimato. Si spartiscono l’abitacolo di una nuova “Giulietta” che li ha portati nel ventre di una Roma misteriosa e strana. Autista, Capopattuglia e Gregario. Ognuno con un compito ben delineato. L’autista è colui che in gergo ha“manico”. Colui che deve far “decollare” la Volante. Colui che deve vincere tutte le gare con il destino e con i “cattivi”. Il Capopattuglia è l’Uomo “chiave”. L’Uomo che ha la responsabilità del restante equipaggio. Il Capopattuglia è colui che deve saper decidere in una frazione di secondo. E’ colui che deve diventare,Avvocato,Psicologo,Psichiatra,Centometrista,Cecchino,Scrittore, Ingegnere,Criminologo,Funzionario,Magistrato,tutto questo in pochissimi secondi. Colui che deve dare l’esempio, divulgare i segreti del mestiere e insegnare come si “avanza” sulla “Strada”. In questo caso è colui che deve “insegnare” la professione al Gregario. Colui che lo deve “formare”, colui che deve fare in modo che tutti tornino a casa dai loro Cari a fine turno. Colui che tramanda “il modo di operare”. Tre Uomini che condividono un Grande Dovere. Tre Esseri Umani al Servizio della Stato, al Servizio degli altri Esseri Umani, al Servizio del Cittadino. Sui marciapiedi antistanti la stazione Termini transita il “mondo”. Centinaia di Persone che vanno e vengono in tutte le direzioni. Storie che si muovono nelle ore della Capitale. La Volante avanza lentamente, elegantemente con il suo fascino, attirando gli sguardi. La voce del gregario all’improvviso scuote il silenzio nell’abitacolo: “Torna indietro!,Torna indietro! Hai visto quella?!!!”. Nel suo sguardo c’era qualche cosa di strano!!! Torna indietro!!! Sono sicuro che ha qualche cosa da nascondere!!!”.Il gregario si fa prendere da una foga impressionante al punto di dimenticarsi completamente il suo ruolo in quell’istante. Lui è il Gregario. In quel momento è il Poliziotto che deve far Tesoro del silenzio. Si rende subito conto di averla fatta grossa. Vorrebbe sprofondare sotto i sedili, vorrebbe non aver mai pronunciato ciò che aveva appena urlato, ma quello che ha appena urlato ai suoi colleghi è frutto del suo Istinto. Non può farci nulla! Quando l’Istinto gli suggerisce qualche cosa lui non può fare nulla per trattenersi.Deve esternare le sue Sensazioni. Deve urlare al mondo ciò che sente.E’ più forte di lui. Il Capopattuglia capisce immediatamente il suo stato. Guarda dritto negli occhi l’Autista e senza proferire alcun suono cerca, trovandolo , il suo sorriso di complice risposta. Il sorriso dei due illumina dell’interno della Giulietta e contribuisce non poco a far tornare alla normalità lo stato del Gregario. “Ma di chi stai parlando?!! Di quella ragazza con i capelli rasati?!!”, chiede il Capopattuglia voltandosi lentamente verso il gregario. “Si!”, risponde timidamente il Poliziotto. “Proprio lei!” aggiunge. Il Capopattuglia guarda l’Autista e lo informa “Sta parlando della Beppa”. Beppa è una delle tante persone che oramai hanno “preso la residenza” all’interno della Stazione Termini. Ogni mattina, sempre allo stesso orario rimette tutte le sue cose in un vecchio carrello della spesa e sparisce ritornandovi solo la sera quando arriva l’ora di andare a dormire. Beppa è una ragazza “truccata” dalla forza delle intemperie. Trasformata dal tempo e dalla indigenza. A guardarla non può avere più di 20 anni. Capelli rasati e pelle tatuata dallo sporco. Il Capopattuglia si gira nuovamente verso il Gregario e lo rassicura spiegandogli che Beppa è una “residente” della “Termini” e non ha mai dato fastidio a nessuno e nemmeno ha mai creato problemi. Il Gregario ascolta attentamente ciò che il Capopattuglia decreta abbassando lo sguardo quasi vergognandosi. L’Istinto ormai lo ha riposto lontano dalla coscienza e ha di nuovo preso padronanza del silenzio. Un’altra lezione. Un altro elemento importante da memorizzare, da trasmettere. “Beppa fa parte della Storia della Termini. Non ha mai dato fastidio a nessuno.Non ha mai creato problemi. Scompare ogni mattina e riappare ogni sera segnando le abitudini dei giorni e le Storie degli anni.” Beppa riappare nella Polizia da Capopattuglia a Gregario. Tutti si tramandano ad ogni nuovo ciclo, le consegne dell’Abitudine: “Beppa non ha mai dato fastidio a nessuno. Non ha mai creato problemi. Scompare al mattino e riappare alla sera.” Questo è ciò che il Capopattuglia riferisce ad ogni suo nuovo Gregario quando al mattino e alla sera la Beppa appare sporadicamente . Poi il Gregario a sua volta diventa Capopattuglia e l’abitudine si tramanda trascinando via i mesi e gli anni, “Beppa non ha mai dato fastidio a nessuno. Non ha mai creato problemi. Scompare al mattino e riappare la sera”. Di Capopattuglia a Gregario gli anni sono passati. Le Volanti si sono susseguite turno dopo turno ricoprendo una vita di chilometri. Ore 6.15 del 15 maggio 2010. Interno della Stazione Termini. Il corpo di una donna giace inerme dentro un sacco a pelo. La donna è morta. La donna è Beppa. Il suo corpo giace immobile a fianco del carrello della spesa che gli ha fatto da casa. La Polfer effettua il primo intervento. Arriva anche la Volante di turno. Il Capopattuglia si avvicina al corpo di Beppa, guarda l’Agente della Polfer e abbassandosi su Beppa dice al suo collega: “ E’Beppa!! Non ha mai dato fastidio a nessuno. Non ha mai creato problemi. Scompariva al mattino e riappariva alla sera.”. I Poliziotti cercano i suo documenti. Nulla. Solo l’Abitudine che conoscono da sempre : “Beppa non ha mai dato fastidio a nessuno. Non ha mai creato problemi. Scompare al mattino e riappare alla sera.”. Alcune ore dopo il ritrovamento della donna morta,durante l’ispezione cadaverica, nascosta in una panciera che Beppa indossava, viene rinvenuta la sua carta d’identità che sancisce la sua identità. Beppa si chiamava Carmela Cadorni. L’Agente che rinviene il suo documento impallidisce e corre velocemente dal Funzionario che si trova a pochi metri da lui svelandogli la vera identità di Beppa. Carmela Cadorni era scomparsa da Roma nel 1981 riempiendo tutte le cronache di quegli anni e degli anni successivi. “Beppa non ha mai dato fastidio a nessuno. Non ha mai creato problemi. Scompare al mattino.............”, ma questa volta non riapparirà mai più.I fatti e i personaggi di questo racconto sono frutto della fantasia. (ma non escludo che in qualche parte del mondo fatti simili possano essere accaduti)

(Dorino Bon)



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