lunedì 21 novembre 2011

AGOSTO 2005




La cima del monte Paularo dal sentiero c.a.i. nr.404



“LUI SI CHE VA IN MONTAGNA.MICA TU…!”

Caro Germano, voglio risponderti pubblicamente a questa tua affermazione. Come tu ben sai uno dei miei principi fondamentali, a cui spero di rimanere legato per il resto della mia vita, è l’umiltà. Frequento le Montagne del Friuli Venezia Giulia, che reputo stupende, fin da ragazzino. Poso i miei scarponi su di loro dolcemente e fino a dove loro me lo permettono. Con loro sto veramente bene! Il “lui” a cui tu fai cenno, effettivamente compie grandi imprese nel tentare di raggiungere cime e quote considerevoli, ma il suo e il mio andar per monti, sono completamente diversi e neanche paragonabili. Le cime che posso raggiungere io, le possono raggiungere quasi tutti e sempre mi regalano sensazioni ed emozioni impagabili, al punto che se dipendesse da me, rimarrei con loro per sempre. Il mio andar per monti è finalizzato a riscoprire e a far riscoprire luoghi magici, che se affrontati, sapendosi accontentare, ti regalano momenti magnifici. Il mio è un andar per monti, riscoprendo il valore del lento scorrere del tempo, mentre il “suo” andar per monti è un’impresa alpinistico-sportiva alla ricerca di un risultato ben preciso, che è molto lontano dal mio. Comunque ti posso assicurare che anche il tenere in vita queste pagine, parlando della “mia” Montagna, intesa come scrigno di semplici e affascinanti TESORI, (di cui fanno parte anche quelli che tu reputi “montagne poco importanti”, Lussari e Volaia) o di persone che vivono o cercano di sopravivere di Montagna, è veramente un’impresa!


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