giovedì 26 novembre 2009

TELETHON UDINE CRONACA E IMMAGINI.





UNO X 24 ORE

TELETHON UDINE 2009

Venerdì 11 e Sabato 12 dicembre 2009.

"PIU' CAMMINO,PIU' DONO! DA LI L'IDEA DI NON FERMARMI MAI!"


GRAZIE DIO!

KM 120,900 percorsi.


Giri effettuati 124


4,5 minuti di sosta complessivi.


24 ore di marcia .

Grazie a Dio. Avevo detto."Camminerò fin che Dio vorrà!" Quindi il Primo Grande Grazie va a Dio. Il Secondo a mia moglie Rosetta e a mio figlio Marco. Grazie a ZATTI Andrea il "MECCANICO" del mio ginocchio e Marco PIANI, Grazie a Marco CERNETIG, Grazie a Sergio LENA, Giovanni SAMMITO,Ivano TOMBA,Andrea TARANTINO per avermi permesso di aver potuto partecipare a questo evento Meraviglioso di Solidarietà. Grazie a Mattia di DECATHLON,a Valerio GAIOTTO di TELETHON,Grazie a Marco CABBAI di SUIMONTI.IT, Grazie a tutti voi che mi avete sostenuto,Grazie a tutto il pubblico che mi ha sostenuto per 24 ore, Grazie agli ALPINI, Grazie alla WOLF di Sauris che a ogni passaggio mi ha sostenuto moralmente,Grazie agli uomini della Protezione Civile, Grazie ai miei colleghi di Ufficio che mi hanno sopportato e aiutato in questi momenti comprendendomi.Grazie a tutti i colleghi presenti,Grazie a tutti le persone che mi hanno sostenuto in qualsiasi modo. Spero di non essermi dimenticato di nessuno.Grazie,Grazie.Grazie!!! Vi ho portato tutti con me!!! (Spero di non avervi stancato.!!!!)



24 ORE DA RACCONTARE.

Venerdì 11 dicembre 2009.




Ore 7.00. Mi sono svegliato da poco. Il cielo mi da il buongiorno con una luce grigia, ma morbida.


Sto continuando a scappare da un T.I.R. di brutti pensieri. Lo “scroc-scroc” e il dolore del ginocchio sinistro mi mettono a dura prova, ma nonostante questo sono abbastanza sereno. La mente si sta calibrando lentamente. Lavoro piano piano per equilibrarla e metterla a puntino.


Muovo i primi passi verso il cuore di Udine. Dolore e “scric-scroc” mi sballano nuovamente la mente. Niente paura si è solo scrollata un po’. Per fortuna ha retto ed è rimasta in equilibrio.


Sono da poco passate le otto. Avanzo passo dopo passo verso il centro di Udine. Il T.I.R. mi sta ancora inseguendo con la sua stazza minacciosa. Estraggo il cellulare, cerco “Andrea Zatti” e via…….faccio partire la chiamata. Pochi istanti e il “meccanico” del mio ginocchio è li pronto ad ascoltarmi. Svuoto un sacco colmo di verità riguardanti il ginocchio. Qualche passo ancora e la sentenza,fulminea,sincera e diretta mi colpisce con un diritto e un rovescio da k.o.


Accuso il colpo,barcollo un’attimo, ma Andrea mi sorregge e dalla sua voce arriva un’incoraggiante e magico: “Fai una cosa!.......comunque sia parti ugualmente!”.


Mi rialzo di scatto. Andrea mi fa gli auguri ed eccomi pronto ad andare avanti. Via! Si riparte. Ultime spese per l’avventura. Il T.I.R. mi segue ancora, sembra intenzionato a non darmi tregua, ma io sono abbastanza tranquillo, ho ancora un buon margine di vantaggio. Preparo meticolosamente quella che sarà la mia base operativa nelle 24 ore dell’avventura. Non voglio lasciare nulla al caso. Dovrò avere tutto a portata di “corsa”. Dovrò essere in grado di trovare ciò che mi occorre in un “nano” secondo. Abbigliamento,calzature,alimentazione,pronto soccorso. Tutto raccolto in singoli contenitori così in pochi istanti il bagagliaio diventa un magazzino stile arte povera. Sacchetti di plastica contenenti indumenti intimi,calzetti,cuffie,guanti,calzature di ricambio,giubbotti vari, cibo e bevande. Tutto seguendo la regola “meglio che ci sia e non occorra che occorra e non ci sia”. Tutto è quasi pronto. Una marcatura sulla lista precedentemente preparata assicura il fato di non dimenticare nulla.. L’auto è quasi pronta a fare il suo compito. Il bagagliaio è colmo di tutto ciò che mi potrebbe essere necessario. L’alimentazione sarà uno dei tasselli più importanti di un puzzle chiamato successo. Ho carpito consigli da chiunque e sono pronto. 8 panini con lo spek e 24 bottiglie di bevanda. Proprio così! Questo sarà il carburante che mi spingerà verso la mia meta, il mio obiettivo. Mezzo litro di liquidi ogni ora e un panino ogni tre ore questa sarà la regola che dovrò seguire con disciplina militaresca fino all’ultimo istante di questo meraviglioso ed affascinante viaggio pieno di stimolanti incognite. Questa sarà la mia regola più importante,sarà la marcia in più capace di produrre tutta la preziosa energia necessaria a trascinare l’enorme T.I.R. carico di pensieri che mi sta inseguendo.


In auto tutto è pronto. La mente continua il suo assiduo lavoro rincorrendo tutto ciò che avverrà dopo le 17.00. Nonostante tutto questo marasma l’equilibrio tra il corpo e la mente rimane ancora buono. Pochi minuti e sono pronto per una fumante pasta condita con olio e parmigiano reggiano. Una bella botta di carboidrati da mettere nelle gambe. Siamo già arrivati alle 13.00. Olio e parmigiano condiscono questo rifornimento di energia. Mezza crostata alla marmellata e un bicchierozzo di vino rosso concludono il “pit stop”. Ormai non sto nella pelle. Sono in gran anticipo, ma è inutile star fermo. Inserisco all’interno dello zainetto i miei amuleti portafortuna e via. Prima però mi prendo un prezioso bacio di Rosi. Marco è ancora al lavoro e quindi per il momento non lo vedrò. Un saluto al mio papà e ai miei cari e via! Ci siamo! Non si torna più indietro. Il T.I.R. con tutti i suoi pensieri mi sta seguendo in continuazione e la sua presenza si fa sempre più pressante. Ora mi sono veramente stancato. Mi fermo di colpo e una reazione da leone si scarica come una tempesta. La forza che nasce è così grande da frenare l’imponente T.I.R.. Pochi istanti e l’impatto diventa grandioso,  T.I.R. distrutto! Trovo un parcheggio al lato del circuito nei pressi di via Portanuova. Sistemo l’auto in pochi istanti ed eccomi pronto. Zainetto in spalla e via verso piazza Libertà. Sono in largo anticipo,ma sto bene. La temperatura è buona anche se il pomeriggio ha indossato il vestito grigio invernale. In pochi passi,inseguendo la mente che se ne va per i fatti suoi mi ritrovo sotto il tendone che ospita le squadre. C’è una bella atmosfera che riesce ad anestetizarmi. Il tendone mi riscalda anima e cuore. Dentro al tendone c’è un tavolo per ogni squadra. Chiedo alla signora addetta alla consegna dei pettorali istruzioni utili per ottenere il pettorale e il microcip. La signora mi guarda attonita quando le spiego che la squadra A.N.P.S.- S.I.U.L.P. Gorizia sono io che corro da solo. La signora incuriosita mi sottopone ad una raffica di domande . Non male! In un istante la signora è riuscita a distrarmi dall’evento. Finalmente mi consegna il fatidico pettorale. Quando lo vedo per un attimo congelo la mente. Il numero 13 un numero che non mi è mai stato simpatico. Pochi istanti e tutto, fortunatamente passa. Allaccio il microcip alla caviglia e lentamente vado incontro alle 17.00. Il T.I.R., rimesso in sesto alla meno peggio, mi segue, ma stranamente non mi fa più paura, va talmente piano che neanche lo sento più. Tra poco, una manciata di minuti, il sogno diventerà realtà. Tutto diventerà colore per l’inchiostro.,storia,emozioni,paura,vita. Tutto sarà un’infinita incognita da scoprire passo dopo, passo,batti dopo battito.


I concorrenti si accalcano in via Mercatovecchio sotto la partenza, mentre il pubblico scalpita. Mi racchiudo nel mio angolino lontano da tutti, mentre le luci di una sera di dicembre fanno il resto. Con me nelle ultime posizioni, per libera scelta parte Michele, un collega che tenterà di correre per dodici ore alternandosi con un altro collega. Non vedo l’ora di alzare i passi. Cuffie nelle orecchie. Sono pronto. L’orizzonte del futuro è li davanti a me e non vede l’ora di staccarmi dai sogni per portarmi in un magico mondo di realtà che mi sta attendendo.. Mi attendono 24 oere di sorprese. Stranamente la mia mente sta in equilibrio perfettamente. All’ultimo istante decido di muovere i primi passi sul tempo che mi attende senza accendere la musica. “meno 3-2-1”, annuncia lo speaker. Uno sparo spezza il filo sottile che mi teneva legato alla realtà. Ci sono sto avanzando verso una fantastica avventura .


Ed eccomi qua! Chi l’avrebbe mai detto. Passo dopo passo ospite di 24 meravigliose ore. Via Mercatovecchio,via Manin,piazza Primo Maggio,via Portauova e di nuovo via Mercatovecchio. Questo è il circuito, 975 metri che mi sorreggerà fino a domani alle 17.00. Ora il T.I.R. mi ha superato e lentamente mi precede. Con piacere mi attacco a lui e mi faccio trascinare. Ogni passo entra con la sua cadenza e ritmo in una storia che magicamente sa di favola. Fino a poche ore fa il ginocchio mi aveva confidato che non mi avrebbe seguito nell’avventura che avevo costruito e sognato. Con il suo dolore mi aveva gridato il suo disappunto trasmettendolo ad altri organi del mio corpo. Ed invece eccomi qua. Perfettamente in forma, sereno e carico di energia. Sto volando a bordo dei miei passi e dei battiti del cuore. Una magnifica sensazione mi avvolge donandomi una forza stupenda che mi spinge forte verso l’orizzonte dell’ottimismo. Avanzo costruendo la cadenza ritmica che crea potenza destinata a muovere le mie gambe. Il pubblico con gli sguardi,con le parole,con gli applausi,con i sorrisi, contribuiscono a farmi prendere ancor più velocità. Passaggio in via Mercatovecchio, mia moglie è sempre li e con uno sguardo e u sorriso certifica la sua soddisfazione nel vedermi volare sereno mentre vado a raccogliere tutti i passi sparsi davanti al mio tempo. Gli stessi occhi e lo stesso sguardo però mi fanno tirare il freno a mano. Devo rallentare u po’,non vorrei fare la fine dell’allenamento delle 12 ore. Imperativo d’obbligo concludere le 24 ore. Tutto gira bene. Il circuito giro dopo giro mi si tatua nell’anima e nella mente. I metri che mi portano via mi fanno conoscere tutte le persone che condividono il tempo assieme a me. I colleghi delle Forze dell’ordine, gli uomini dei Vigili del Fuoco, della Croce Rossa, degli Alpini, della Protezione Civile, dell’Associazione Nazionale Carabinieri, dei Radioamatori. Passo dopo passo, battito dopo battito, mi lascio portar via dal T.I.R. che mi trascina sapientemente sul porfido, sui marciapiedi, sul tappeto rosso e sul ciottolato.Tutto mi sembra una favola. Ne stanchezza,ne dolore,ne fatica,neppure il cuore si fa sentire, se ne sta li buono,buono, occupandosi di dare il ritmo alla passione. Battito dopo battito con una leggerezza ed una carica stupefacenti mi ritrovo a tagliare il primo traguardo importante. Ore 18.00 il TIMER verde posto sotto la partenza sancisce la prima ora di speed walking. Bene,bene,molto bene. Si continua alla grande, mentre gli altri atleti passano il testimonial di mano, io continuo a vlare senza ricevere alcun cambio e al giro successivo qualcuno del pubblico incomincia a realizzare. Incominciano a capire ciò che voglio portare a termine. 24 ore di speed walking fermandomi solamente per le estreme necessità umane. Proseguo seguendo la regola. Una bottiglia di liquido scende controvoglia, ma militarmente disciplinato mi impongo di rispettare scrupolosamente le regole che mi sono imposto. Subito dopo la 1^ delle 24 caramelle di menta sprigiona il suo buonissimo sapore. Sto troppo bene. Quasi mi spavento da tanto benessere. I passi si rincorrono velocemente quasi a farmi volare. Regolo la velocità e metto in contatto la mente con il cuore. I concorrenti, circa 130, si rincorrono spingendo le gambe. Di tanto in tanto vengo raggiunto da gesti di incoraggiamento ed approvazione. L’ottimismo avanza. Ogni passo mi porta dentro alle magiche atmosfere di una serata di dicembre. Ogni passo imprime la sua impronta sul tempo e sulla storia. Ogni passo insegue la storia del passo che lo precede raccontando ciò che mi separa dalle 17 di domani. Passo dopo passo mi accorgo di quanto sto bene. Con la mente mi stacco e vado a ricercare ciò che ha consentito questo “miracolo”. Le risposte potrebbero essere almeno 4, ma non lo posso affermare con certezza. Quindi mi tocca continuare ad avanzare con i dubbi eppure sto quasi volando. I dolori non ci sono più, le gambe sembrano i pistoni di un treno a vapore. Una forza incredibile mi spinge sulla linea immaginaria che ho disegnato sul circuito e che sto seguendo meticolosamente da più di un’ora. La mia mente è diventata un meccanismo perfetto paragonabile a quello di un orologio svizzero Ad ogni passaggio dal traguardo mi prendo la spinta di morale da parte di mia moglie. Parole giuste, uno sguardo,un sorriso e tanta comprensione. Mi spingono a togliere giri dal pallottoliere del tempo. Molti del pubb lico chiedono conferma se intendo proseguire per 24 ore complimentandosi. Tra loro anche Nives Meroi che tifa per me. Sto ciondolando a ritmo e cadenza e giro dopo giro vado a prendermi gli sguardi di approvazione di ogni mio sostenitore. Passo dopo passo in silenzio mi sono conquistato il pubblico e non solo. Gli atleti si rincorrono nell’ora a loro assegnata, io invece vado a prendermi ogni minuto che mi separa dalle 17 di domani. Il T.I.R. con i pensieri è sempre davanti a me e mi fa da “lepre” facendosi rincorrere volentieri. Le condizioni fisiche sono ok, ma ugualmente tiro il freno a mano avanzando ad elastico e tenendo ben presente gli effetti dell’allenamento di 12 ore del sabato precedente. Non devo strafare. Devo trovare un giusto equilibrio di progressione. Con questa regola ben impressa nella mente avanzo sui miei passi che si posano con regolarità sull’affascinante porfido che dona calore alla serata. Intorno a me un continuo carosello, una magnifica giostra di passi,emozioni,paure,sogni,battiti che mi porta avanti in un’affascinante tempo contrassegnato dalle incognite. Passo dopo passo vado a raccogliermi tutti i minuti che mi occorrono. La velocità è costante. Avanzo ormai tra i segnatempo che mi sono creato in ogni punto del circuito. Ormai sono diventato una “macchina” che “ciondola” incontro al tempo. La cadenza e il ritmo di mani,braccia,gambe e mente, diventano il potente motore di questo fantastico avanzare che inesorabilmente si inghiotte il tempo che gli si pone davanti.

Giro dopo giro mi ritrovo a scendere per la via Manin pronto a seguire militarmente le mie poche regole che mi sono imposto nella sceneggiatura di queste affascinanti 24 ore. Oltrepasso la porta Manin e dallo zainetto che mi porto sulle spalle estraggo il primo “caricatore”. Il primo di 8 panini allo speck. In bilico sui passi stringendomi alla destra per non dar fastidio al resto della staffetta. Addento il panino gustandomelo tutto nella serenità surreale del mio avanzare. Sono le 20. Mi ritrovo sul marciapiede di via Portauova, mentre stringo la fettuccia di sicurezza, accorgendomi che quel gesto nel tempo è diventato una consuetudine rassicurante. Mi sfiorano gli sguardi di approvazione degli Alpini presenti sulla via. I loro commenti mi inorgogliscono e mi “gasano” lanciandomi verso il domani stupendo che mi attende. Nuovo passaggio in via Mercatovecchio. Raccolgo le carezze di potenza che mia moglie mi regala, mentre il display verde mi notifica che se ne sono andate tre ore. Ne mancano ancora 21. Proseguo con il ritmo e la cadenza che mi sollevano da terra portandomi dentro ad u tempo fino a poche ore fa a me sconosciuto. Mi accorgo con piacere del pubblico in attesa dietro le transenne intento ad incoraggiarmi nella mia impresa. Intanto la “carovana” di atleti continua a rincorrersi facendomi compagnia e scomparendo metodicamente nel tempo.



E’ anche ora di un altro importante appuntamento. Prima sosta ai “BOX”, inteso come puntatina al bagno. Pochi secondi e sono di nuovo in marcia. Scendo dal terrapieno della bellissima Piazza Libertà adibita per l’occasione a quartier generale delle squadre. Si riparte sulla via Manin avanzando verso il tempo che mi viene incontro. Schivo i pochissimi ostacoli che la mia mente mi crea e passo dopo passo colleziono battiti, ore e chilometri. Avanzo stupendomi del magnifico equilibrio in cui si trovano mente,cuore,anima e fisico. Sembra un qualche cosa di anormale. Solo poche ore fa ero sprofondatamente demoralizzato a causa dei disastri causati dalle condizioni del mio ginocchio sinistro. Ora invece avanzo chilometro dopo chilometro, ora dietro ora,con una naturalezza stupefacente.Seguo con rigore militare le regole che mi sono tatuato davanti l’orizzonte.Non strafare,bere ogni ora, mangiare ogni tre ore. Mai lasciare in riserva il “motore” di questa fantastica auto. Ogni piccolo angolo del percorso si fa conoscere nei suoi particolari, mentre le luci calde della sera riscaldano i miei passi. Marco,Michele e tanti altri amici mi superano incoraggiandomi e complimentandosi per il mio imperterrito andare avanti. Ogni complimento che raccolgo contribuisce a rifornirmi di potente carburante.Avanzo in una giostra stupenda che mi fa divertire come un bambino. Ogni passaggio all’inizio di via Mercatovecchio corrisponde ad un potente incoraggiamento da parte della “roccia” Nives Meroi e degli addetti dello stand del prosciuttificio WOLF di Sauris con la Signora Katia Petris che mi da delle incredibili spinte con i suoi innumerevoli ed importanti incoraggiamenti. Ogni passo segue la magnifica cadenza e ritmo creati con magia dal mio cuore e dalla mia mente. Mi lascio sollevare sul percorso dalla stupenda forza che oramai mi fa quasi volare.



Ogni singolo passo mi permette di catturare sguardi,volti,sorrisi, applausi, incoraggiamenti, foto, flash, stupore, calore, e anche dell’invidia. Ogni passo mi trasmette sensazioni bellissime che riescono a parlarmi teneramente.

Sensazioni che mi permettono di capire quanto sia bello ed importante avere a disposizione una notevole quantità di tempo da consumare lentamente. Tempo necessario per stare assieme a se stessi adoperando con lentezza ogni singolo,importante, grande, immenso, minuto. Ogni passo mi fa rendere conto di quanto siano importanti i minuti contenuto nel prezioso scrigno di un’ora ed il loro naturale consumarsi.

Battito dopo battito, alle 21.30 ripasso nuovamente davanti alla starter di via Mercatovecchio. Un bacio e un saluto a mia moglie che si allontana. Ci vedremo domani mattina. Sono più di 4 ore che continuo a togliere tempo dal pallottoliere magico. Sento dentro di me una un energia senza eguali, ma cerco di non strafare e specialmente di non fantasticare tirando lievemente il freno a mano.

Cammino lasciando che i passi si inseguano liberamente nella loro traiettoria disegnata idealmente sul percorso. Vado avanti ripensando, di tanto in tanto, a tutti i consigli di Andrea, Mattia e Marco. Avevano proprio ragione quando parti ti senti una carica ed una forza indescrivibili. Cammino mentre vengo inghiottito dalla musica della corsa che mi sfiora in continuazione con il rumore dei passi, dei respiri e dei cardiofrequenziometri. Procedo ora dopo ora sfiorando il numeroso pubblico e gli importanti uomini della Protezione Civile, degli Alpini, dell’Assciazione nazionale Carabinieri, dei Radioamatori, della Polizia di Stato, dei Carabinieri, dei Vigili del Fuoco e dei Vigili Urbani. Avanzo a bordo dei miei respiri sulla tranquillità della piazza I° Maggio, sulla rassicurante via Portauova con il suo caldo tappeto rosso, sulla entusiasmante e veloce via Mercatovecchio e sulla giovane e chiassosa via Manin. Avanzo inseguendo i pensieri che vanno istintivamente a curiosare sul vicino futuro dell’orizzonte della mia mente.Passo dopo passo mi vesto di successo riponendo con cura nella mente e nel cuore le ore che raccolgo sulla strada verso le luci di un nuovo giorno. Cammino mettendo nel sacco circa 100 passi al minuto. Tutto sembra surreale e spesso scollego la mente dal corpo per andare a cercare i momenti e le ore trascorse ad allenarmi sotto la pioggia,la notte, nel freddo e con facilità ritrovo le 12 ore che ho camminato quasi ininterrottamente sul circuito del parco del Cormor e il disastroso effetto finale. Tragica consolazione dell’indomani. A meno di una settimana da Thelethon irrimediabilmente distrutto nella mente e nel corpo. Cammino e sorrido e scaramanticamente regolo l’andatura rallentando di qualche passo. Un piccolo calcolo tra un passo e l’altro mi permette di stabilire che sto avanzando alla velocità di6 km orari. Sono veramente soddisfatto viste le ore precedenti al via. Do un’occhiata al serbatoio dell’ottimismo con grande stupore mi accorgo che è colmo. E’ incredibile stento a crederci pure io. Ero veramente entusiasta per questa impresa, ma non avrei mai immaginato fosse così bello ed emozionante. La notte si arrotola dolcemente alla fatica, al sudore, a qualche quasi impercettibile malanno, rendendo ogni avvenimento indimenticabile. Tutto si fissa nella mente in modo fantastico ed incantevole. Facendo galoppare l’immaginazione. La carovana della solidarietà continua a far girare vorticosamente la giostra che mi sta ospitando. I giri si ripetono uno dopo l’altro scrivendo con la loro bellezza pagine di un fantastico racconto da copiare. Continuo nel mio avanzare tenendomi per mano con il tempo che passa e la notte che si cambia d’abito per diventare giorno. Cammino a fianco al tempo, lo tengo stretto. Ci converso e ci convivo conoscendolo meglio. Veramente un Grande Privilegio. Passo dopo passo, pensiero dopo pensiero, mi accorgo di aver fatto una scelta eccellente . 24 ore di cammino fanno proprio bene sia all’anima che al cuore. Camminare assieme al tempo che avanza assieme a te e non si fa rincorrere è veramente un Grandissimo Privilegio. Ogni minuto diventa un prezioso elemento. Ormai lentamente dopo aver salutato il Caro Marco detto “Schizzo”, che mi ha portato avanti con il calore dei suoi the riscaldati dalla sua amicizia. Mi tuffo verso le prime ore di un nuovo giorno. Ho conosciuto ogni millimetro che mi circonda e ogni millimetro ha avuto la possibilità di conoscermi. I passi mi portano avanti nelle prime luci di un nuovo giorno. Proseguo nel mio semplice andare ancorato saldamente alle mie poche, ma preziose regole, ogni ora ½ litro di liquido, la caramella alla menta e ogni 3 ore un panino con lo spec. E via avanti, sfiorando lo sguardo dei miei tifosi del mio pubblico che con il loro affetto mi ricaricano giro dopo giro, passo dopo passo. Ad intervalli costanti ripeto a me stesso di rallentare, ricordandomi che devo farcela. Devo arrivare alle 17.00 integro. Ormai ci sono. Accompagnato dall’energia delle preziose pacche sulle spalle entro nella luce del giorno nuovo che mi accoglie teneramente abbracciandomi con il calore dell’entusiasmo e dell’ottimismo. Nel frattempo la carovana di passi, assieme ai battiti continua a portarmi avanti sollevandomi come in una bellissima giostra. Ogni istante ricevo il calore dei complimenti che mi rincuorano dandomi una carica ed una forza indescrivibili.. Sento il sapore del successo e con la luce del giorno , questa sensazione diventa ancora più bella.. Posso dire che ogni passo in questo percorso ha lasciato una magnifica impronta, una Grande Emozione.. Mi sembra di vivere in un sogno. Avanzo nel tempo e ogni passo lo ripongo nello scrigno di questa meravigliosa 24 ore.




Tutto attorno a me sembra una favola e io lentamente mi rendo conto di essere il protagonista. Ogni singolo passo ha scritto una pagina di questa fantastica impresa. Ogni passo ha confermato a me stesso quanto sia bello ed affascinante camminare, avere il Grandissimo Privilegio, non smetterò mai di ribadirlo, di stare soli per tanto tempo con se stessi.


Pensare,creare,fantasticare,soffrire,sudare,faticare e ideare. Ripeto fino allo sfinimento, un Grande privilegio, un dono magnifico, un dono e un privilegio che mi hanno confermato quanto bello sia disporre del tempo e del farlo scorrere lentamente tenendolo per mano. Avanzo nelle ore della luce e dei pensieri, mentre le vie che scorro lentamente si animano di passo in passo. Il tifo aumenta di minuto in minuto, giro dopo giro. E’ quasi incredibile, ma non sento affatto la stanchezza. La carica che mi trasmette il pubblico, la soddisfazione di portare a termine questa mia impresa di solidarietà mi spingono con forza verso le 17.00. Tutto nella mattina che mi accoglie con il calore del sole, appare ancora più bello ed entusiasmante. I pensieri, battito dopo battito, si fanno sempre più leggeri e divertenti, sono pieni di orgoglio anche loro. Ogni giro si fissa nella mia memoria e colui tutta la gente che mi sostiene. I passi si rincorrono al ritmo della soddisfazione. Lentamente via Mercatovecchio e piazza Libertà si riempiono di cuori. Il tifo aumenta con l’arrivo di tantissimi alunni delle scuole che tendendomi la mano, aumentano ancorala mia carica. Si sono proprio loro, con la loro spontaneità, la loro gioia nel far le cose, con la loro semplicità nell’esprimersi, si proprio loro mi danno la marcia in più per spingere sull’acceleratore. L’andatura aumenta ed ogni passaggio, diventato sempre più frequente, il tifo dei bambini e dei ragazzi diventa sempre più caldo e bello. Ogni passaggio è caratterizzato da applausi anestetizzanti e da un urlo: “Sei un mito!”. Fa proprio piacere che dei bambini e dei ragazzi lo pensino. Oltre alla solidarietà sono riuscito a trasmettere anche un altro messaggio positivo. Tutto questo è ciò che mi carica ancora di più. Le soste rimangono ancora quelle di pochi secondi, una manciata per volta, come avevo promesso , solo per urgenti necessità umane. Fino ad ora tutto è andato bene. Il ginocchio regge, accuso solo dei disturbi ai piedi causati da alcune vesciche, ma per fortuna , con l’aiuto della mente,riesco ad affievolirli e attenuarli. I pensieri hanno la capacità, molto spesso, di scollegare la mente dal corpo e in pochi secondi il gioco è fatto.

Con una forza incredibile ed un entusiasmo a mille continuo ad avanzare incontro al mio meraviglioso sogno che ormai vedo e percepisco sempre più vicino. La luce del giorno ormai, nonostante la stagione, ormai riscalda i miei passi e la mia ombra rincuorandomi e rassicurandomi, mentre giro dopo giro mi prendo tutte le carezze e gli abbracci dei miei tifosi. Avanzo ritmicamente stringendomi forte  ai miei pensieri e ricordi, guardandomi tutto il “film” dei giorni passati ad allenarmi. Tutto mi sembra surreale ed impossibile. Fino a poche ore prima della partenza non avrei scommesso un euro sulla riuscita della mia impresa, anzi per dir la verità meditavo su come parare alla brutta figura che avrei fatto con gli sponsor e con quanti credevano nella mia impresa. Ogni passo significava dolore e scoraggiamento e poi c’era lo spettro di questa malattia che avanzava prendendosi gioco di me con la sua misteriosità e complicatezza.. Eppure, nonostante tutto e tutti, nonostante lei, eccomi qua, ospite dei miei passi mentre sto andando incontro caparbiamente, come nulla fosse accaduto, verso una grandissima gioia e ad un meraviglioso successo. ogni passo si inghiotte il tempo che mi separa dal traguardo. Ogni passo scrive la magnifica storia di questa fantastica 24 ore da raccontare. Ogni passo dipinge le magnifiche emozioni che il tempo mi ha donato. Giro dopo giro arrotolo l’attesa . Anche l’ultimo caffè che mi porge mia moglie ha un sapore stupendo. Ora tutto ciò che circonda e mi viene incontro diventa speciale. le luci della sera di questo 12 dicembre lentamente hanno vestito il proseguire dei miei passi, l’avanzare dei miei pensieri, il battere del mio cuore. Mi sembra di volare. Mi sento invincibile. Avanzo spinto dalla forza incredibile che mi inculca il tifo del numerosissimo pubblico. Ed ecco apparire dal nulla il Buon Sergio, esperto maratoneta, che con la sua strategia diventa “lepre” cercando di trascinarmi a rincorrerlo, ma lui non sa che io continuerei a marciare all’infinito quanto è l’entusiasmo che mi pervade. Un sorriso e una pacca sulla spalla precedono la frase “ultimo giro Dorino”. Lentamente saluto tutti i miei passi, uno ad uno, ringraziandoli di cuore per avermi portato così in alto. Ormai ci sono, pochi passi, pochi battiti ed eccomi dentro alla musica e al calore degli applausi. Sono le 17.00. Sono passate le Magnifiche 24 ore. Per oggi ho vinto io “Brutta Bestia” e domani si vedrà.

Grazie a Dio. Avevo detto."Camminerò fin che Dio vorrà!" Quindi il Primo Grande Grazie va a Dio. Il Secondo a mia moglie Rosetta e a mio figlio Marco. Grazie a ZATTI Andrea il "MECCANICO" del mio ginocchio e Marco PIANI, Grazie a Marco CERNETIG, Grazie a Sergio LENA, Giovanni SAMMITO,Ivano TOMBA,Andrea TARANTINO per avermi permesso di aver potuto partecipare a questo evento Meraviglioso di Solidarietà. Grazie a Mattia di DECATHLON,a Valerio GAIOTTO di TELETHON,Grazie a Marco CABBAI di SUIMONTI.IT, Grazie a tutti voi che mi avete sostenuto,Grazie a tutto il pubblico che mi ha sostenuto per 24 ore, Grazie agli ALPINI, Grazie alla WOLF di Sauris che a ogni passaggio mi ha sostenuto moralmente,Grazie agli uomini della Protezione Civile, Grazie ai miei colleghi di Ufficio che mi hanno sopportato e aiutato in questi momenti comprendendomi.Grazie a tutti i colleghi presenti,Grazie a tutti le persone che mi hanno sostenuto in qualsiasi modo. Spero di non essermi dimenticato di nessuno. Grazie,Grazie.Grazie!!! Vi ho portato tutti con me!!! (Spero di non avervi stancato.!!!!)



"PIU' CAMMINO,PIU' DONO! DA LI L'IDEA DI NON FERMARMI MAI!"

GRAZIE DIO!



KM 120,900 percorsi.

Giri effettuati 124

4,5 minuti di sosta complessivi.


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CERTIFICAZIONE



Era un sogno.!



Venerdì 11 e sabato 12 dicembre 2009, nell'ambito TELETHON UDINE 2009, tenterò di sfogliare 1440 minuti indossando 24 ore  contenute in 128160 passi. Per ventiquattro ore marcerò ininterrottamente , effettuando delle brevissime ed essenziali soste  solamente per le urgenti necessità umane inseguendo centoventi chilometri di sogno.



Tenterò (voglio precisare TENTERO') , secondo le attuali condizioni fisiche ed allenamento, di percorrere dai 90 ai 120 chilometri in 24 ore.



Domani è prevista pioggia ed in previsione del super allenamento di sabato (12 ore al Parco del Cormor) pausa. Rimango comunque sempre con i piedi per terra stringendomi forte al verbo TENTARE. Sto testando l’alimentazione dei miei passi. Si accettano consigli soprattutto su come fare per superare il problema sonno. (caffè,caffè,caffè…..basterà?!!!). Oggi è il 20° giorno di allenamento. Imperativo è il pensiero: “Ma chi me lo ha fatto fare?!!!”. Se da oggi in avanti dovessi raccontarvi che sarebbe mia intenzione ripetere una simile impresa, per favore rinchiudetemi in una stanza e gettate la chiave. Avrete salvato un amico. Stamattina allenamento con una luna piena da favola,una catena montuosa da quadro, un cielo da scrivere ed un sole da conservare. Passi 110 al minuto. Dei nuovi malanni mi terrorizzano ed impensieriscono. Sveglia ore 5.30. Durata allenamento ore 4. Distanza percorsa km24. Km all’ora 6. Comunque sia rimarrà un’esperienza che mi ricorderò per tutta la vita.


Giovedì. 3 dicembre 2009



Sabato 5 dicembre 2009. LA MIA 12 ORE.




Ore 5.50 sotto i riflettori della luna sono già pronto al via. Pochi istanti e mi tuffo in questa avventura lunga 12 ore.


Ore 6.00. Piacevolmente mi accorgo che qualcun altro condivide con me i 1 1660 metri del circuito del Parco del Cormor.


Pochi minuti e mente, corpo, anima, si mettono in moto inseguendo un’infinità di passi, di tempo e di incognite.


Temperatura ed entusiasmo sono alti contribuendo positivamente sul mio avanzare.


Il tempo scorre sotto i miei passi mostrandomi spettacoli della natura destinati ad imprimersi nella mente per sempre.


Ogni istante ha saputo raccontarmi qualche cosa di se. Qualche cosa di veramente importante.


Ore 6.50. Il pallone arancione quasi timidamente appare salutando la luna che se ne sta già bella alta incorniciata tra i rami stupendi degli alberi. Una luna resa ancora più affascinante da un alone di luce stupenda, I due se ne stanno uno di fronte all’altra e se la raccontano.


I passi mi trascinano avanti accompagnato da una colonna sonora stupenda. L’acqua che scorre,gli uccellini che cinguettano,i corvi che gracchiano, i galli che cantano, i miei passi che appoggiano sul ghiaino, mentre una leggera nebbia si alza dal verde del parco giocando con la luce di un nuovo giorno che illumina un’infinità di goccioline d’acqua appese come swaroski ai rami pittoreschi di un’infinità di alberi maestosi che segnano l’orizzonte dove appare una suggestiva catena montuosa vestita da poco con il mantello bianco prezioso dell’inverno mentre anche gli alberi parlano con la luce regalando uno spettacolo da farmi rimanere senza fiato. Dalla corteccia nasce magicamente un incantevole nebbia magica che gioca con il giorno che appare.


Ogni ora l’ho passata in compagnia della mia squadra. Mente, cuore, anima, corpo, passione, volontà, caparbietà, cocciutaggine, fatica, sudore, dolore, sofferenza, ottimismo, sogni, ritmo, metodo, cadenza, fantasia, musica, caffè, e buonumore. Questa è la mia squadra. Con loro ho passato 12 ore inseguendo i miei passi. Con una squadra così nulla mi fa più paura. Ho percorso 56 km in equilibrio sul tempo che mi ha sorretto.


Ore 16.50. Il sole mi saluta scomparendo lentamente dalla parte opposta a quella di dove era apparso all’inizio della mia avventura. Scende lentamente quasi a volermi salutare e nel farlo mi regala un ultimo spettacolo. Prima di scomparire del tutto colora di arancione l’orizzonte trasformando le montagne in una magnifica opera d’arte. Ho guardato dentro ad ogni minuto trascorso cercando qualsiasi cosa per aggrapparmi.


Ore 17.00. Mi è sembrato di vedere un Marco. E si! E’ proprio Marco Cabai, Webmaster di SUIMONTI.IT. Un amico di Parola. Con lui trascorro l’ultima manciata di passi contenuta nell’ultima ora. Prima domanda di Marco: “ma chi te lo ha fatto fare?!!”. Che dire? Non lo so neppure io!


Ore 18.00. Termine della mia 12 ore. E’ tempo di verità! Il ginocchio sinistro con i suo dolori decreta il suo K.O.. Purtroppo il dolore è tanto. Non regge. Per non parlare del piede, sempre sinistro e dell’interno coscia sempre sinistro. La stanchezza è a mille e il pensiero al venerdì e sabato fanno il resto. In pochi istanti cado in uno stato altamente PESSIMISTICO e CATASTROFICO. Per fortuna mi sono rialzato di corsa ed eccomi qua a scrivere. Però 56 km lo ho srotolati ad uno ad uno sostando complessivamente 10 minuti in dodici ore. Quindi ora, se me lo consentite, mi prendo una pillolona di positività , nonostante questa sberla di verità e siccome la mia parola è una sola, magari con i bastoni, magari farò un giro all’ora, ma io alla 24 ore ci sarò! Camminerò fin dove Dio vorrà.


Grazie a tutti voi. Felice Vita da Dorino



Sabato 5 dicembre. Parco del Cormor (UD). 12 ore ultimata ore 18.00 stop. 56 km percorsi stop. Dorino finito stop. Ora Grande nanna stop. (A domani con calma)


Sabato 5 dicembre 2009, dalle ore 6.00 alle ore 18.00 effettuerò il primo importante allenamento in previsione delle 24 ore di TELETHON UDINE 2009. Sul circuito del Parco del Cormor (UD) camminerò per 12 ore effettuando solo piccole soste dettate dalle estreme necessità umane.


Un Grande Grazie a Ivano Tomba dell’A.N.P.S. di Gorizia, Giovanni Sammito e Sergio Lena del S.I.U.L.P. di Gorizia e Andrea Tarantino di RT Trieste, che con la loro sponsorizzazione mi hanno permesso di partecipare a questo Grande Evento di solidarietà.


Chi volesse dare il proprio contributo alla ricerca sponsorizzando la mia impresa potrà farlo contattando il Signor GAIOTTO Valerio, Segretario di TELETHONUDINE al numero 3356043112.


































“Quelli che temporeggiano per paura del rischio e per eccessiva prudenza


subiranno le conseguenze della loro inattività:


vivranno vite insignificanti e moriranno “piccole” morti,


aspettando e avendo paura.


Essi non vedranno mai le stelle,


neanche nei loro sogni.”



(A.Olberg)




4 commenti:

  1. Tieni duro! Ci rincorriamo sabato!!

    Mandi

    Marco

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  2. vai Dorino. tieni duro e non mollare,  vai ...... 



    Mandi

    Luca

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  3. Bravo Dorino. un sogno pensato, tentato ....e realizzato .  Anima e cuore e anche i desideri diventano reali .



    un saluto

    Luca

    montagne sottosopra

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  4. Sei semplicemente unico, grande!

    Grazie di esserci!

    Nini

    RispondiElimina

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